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A Bogotį la Conferenza d'Emergenza sulla Palestina

"L'era dell'impunitą č finita". Č questo il messaggio lanciato dalla Conferenza Ministeriale d'Emergenza sulla Palestina, che si č tenuta a Bogotį il 15 e 16 luglio. Delegati di oltre trenta paesi hanno discusso del modo di fermare il genocidio in atto a Gaza. L'incontro era promosso dal Gruppo dell'Aia, creato a fine gennaio da nove Stati di tre continenti: Belize, Bolivia, Colombia, Cuba, Honduras, Malesia, Namibia, Senegal e Repubblica Sudafricana, con l'obiettivo di battersi per difendere i principi della giustizia internazionale e sostenere il diritto dei palestinesi all'autodeterminazione.

Dalla conferenza č emerso un piano in sei punti, sottoscritto subito da dodici dei governi partecipanti; gli altri dovranno decidere entre il 20 settembre, alla vigilia dell'Assemblea Generale dell'Onu. Questi gli impegni presi dagli Stati firmanti: bloccare le esportazioni di materiale militare a Israele, proibire l'accesso nei propri porti di navi con armi e munizioni israeliane e vietare che imbarcazioni con bandiera nazionale trasportino armi verso Israele, rivedere tutti i contratti pubblici con entitą israeliane per garantire che istituzioni e fondi statali non appoggino l'occupazione illegale dei territori palestinesi, perseguire la giustizia per i crimini internazionali commessi in Palestina e sostenere la giurisdizione universale per responsabilizzarne gli autori.

"Queste misure mostrano che non permetteremo pił che la giustizia internazionale sia trattata come un optional o che la vita dei palestinesi sia a disposizione", ha affermato il presidente colombiano Gustavo Petro. E Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, nel suo intervento ha sottolineato l'importanza del Gruppo dell'Aia, che puņ rappresentare "un nuovo centro morale nella politica mondiale". (17/7/2025)

 

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato